Loreto Ottantamila mendicanti della fede

Più per la Chiesa e per gli altri che per il proprio particulare.

  Stanno cambiando i 'bigliettini' che vengono bruciati ai piedi della Madonna alla fine del pellegrinaggio Macerata-Loreto. « Anche quest’anno ne abbiamo ricevuti a migliaia – rivela il vescovo di Fabriano- Matelica Giancarlo Vecerrica, anima del pellegrinaggio promosso da Cl con le diocesi marchigiane – e anche quest’anno li abbiamo bruciati perché arrivassero in cielo le domande dei pellegrini.

  Mi sembra significativo che ci siano sempre più richieste di intercessione che nascono dall’amore per la Chiesa, affinché crescano le vocazioni, o dall’amore per le famiglie, trafitte dal dolore di un figlio drogato o di un desiderio di maternità e di paternità ancora inappagato, che non quelle 'utilitaristiche', come un esame che crea particolare apprensione».

  Il pellegrinaggio marchigiano è nato, trent’anni fa, proprio come affidamento degli studenti alla Vergine lauretana in occasione degli esami scolastici, «e sia chiaro che un aiutino non si rifiuta» hanno tenuto a dirci sabato sera, lasciando lo stadio Helvia Recina, Matteo e Margherita, tredici anni e il redde ratio-

 nem fissato per domani. Ma lo spirito degli ottantamila che hanno preso parte quest’anno alla marcia notturna abbracciava tutte le paure e le speranze della comunità cristiana. E oltre. «Lo dico per la prima volta in pubblico. Voglio condividere con voi la mia scelta: sto facendo un cammino verso la conversione al cristianesimo» ha annunciato infatti, camminando con gli ottantamila, Malika El Hazzazi, moglie del vicepresidente del Milan Adriano Galliani, modella marocchina e musulmana. È venuta a Macerata con Dounia Ettaib, responsabile dell’Associazione delle donne marocchine a Milano, e Rachida Kharraz, imprenditrice musulmana. Amiche di Magdi Cristiano Allam, recentemente battezzato da Benedetto XVI. Sabato sera, nello stadio, durante la Messa presieduta dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, il giornalista ha letto la prima lettura. «È la prima volta, un’emozione unica», ci ha detto poco dopo. Allam ha portato la sua testimonianza durante il percorso, parlando di «sacralità della vita», di una «gioia del Vangelo» che «deve irradiarsi», concludendo con un intenso «grazie Gesù».

  Insieme a loro, pellegrini da Lamezia Terme (i primi a presentarsi a Macerata) a Milano, i più numerosi, con 26 pullman. Hanno camminato per 28 chilometri, da Macerata a Villa Potenza, da Sambucheto a San Firmano, da Chiarino a Loreto, alla luce dei flambeaux e al ritmo del rosario e dei canti, guidati da Vecerrica, dal vescovo di MacerataTolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Claudio Giuliodori, e da Julian Carron, il presidente della fraternità di Comunione e Liberazione, gli ottantamila hanno raggiunto, sotto una pioggia battente, il Santuario lauretano, dove sono stati accolti dal cardinale Bagnasco, dal vescovo di Ancona-Osimo Edoardo Menichelli e dall’arcivescovo delegato pontificio di Loreto, Giovanni Tonucci, che li ha salutati così: «Ora siete arrivati alla meta, siete arrivati a casa. Quando ci mettiamo in pellegrinaggio , tutti accettiamo in qualche modo di diventare mendicanti. Mettersi in pellegrinaggio vuol dire mettersi alla prova, diventare debole, vulnerabile: come lo era il popolo di Dio nei quaranta anni nel deserto; come lo era Maria, nell’andare in fretta verso le montagne di Giudea, per aiutare Elisabetta; come lo era Gesù quando decisamente si metteva in cammino per andare a Gerusalemme. Ora il vostro pellegrinaggio è concluso: siate a casa, nella casa di Maria che apre per voi le sue porte». Il pellegrinaggio si è concluso come sempre con la visita alla Santa Casa.

 Nel pellegrinaggio notturno da Macerata alla Santa Casa l’anelito dell’uomo alla scoperta del Mistero. Storie di conversione e dedizione