44° Pellegrinaggio Macerata-Loreto

La speranza è l'unica scelta ragionevole

Verso #MacerataLoreto22 con S. E. Card. Matteo Maria Zuppi

In dialogo con il Cardinale, Arcivescovo di Bologna, recentemente nominato da Papa Francesco Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Il Card. Zuppi presiederà la celebrazione eucaristica sabato 11 giugno nell’Arena Sferisterio di Macerata.

“A Dio tutto è possibile” è il tema del 44° Pellegrinaggio Macerata-Loreto. Che sfida rappresenta per lei la frase di Gesù (Mt 19,26) di fronte a quanto sta accadendo nel mondo, di fronte al dramma della guerra e alle tante forme di ingiustizia?

Tutto è possibile a Dio. Gesù altrove dirà al papà del fanciullo che era prigioniero di uno spirito muto “Tutto è possibile a chi crede”. Il padre subito disse, esprimendo la nostra condizione, “Credo, aiuta la mia incredulità!”. (Mc 9,24). Il mondo è prigioniero di tanti spiriti muti e sordi, che portano a non essere padroni di sé ma ad essere posseduti da ciò che rovina la vita e ci rende incapaci di riconoscere il prossimo. E’ lo spirito muto e sordo della violenza, dell’odio, dell’ignoranza dell’altro, del pregiudizio, del nazionalismo che giustifica la perdita dei sentimenti umani e riduce l’altro ad un oggetto, ad un nemico da abbattere. E Gesù dice che questi spiriti si vincono con la preghiera. Tutto può cambiare, l’amore è più forte del male e deve diventare costruzione di quel mondo “Fratelli tutti” che è l’unica via perché il mondo non si distrugga. Come la difesa dell’ambiente è l’unica via per difendere la casa comune così “Fratelli Tutti” è l’unico modo per non distruggerci con la violenza e l’ingiustizia. 
 
Il Papa recentemente ha detto: “il mondo ha scelto lo schema di Caino” riferendosi ai tanti conflitti presenti nel mondo. Ė ragionevole sperare? Dove poggia la speranza? E quale contributo può dare un gesto come il Pellegrinaggio?

Il cristiano non è un ottimista, uno che si accontenta del facile “andrà tutto bene”, dell’illusione di non volere vedere i problemi o di pensare che si risolvono da soli. E’ facile che l’ottimismo ceda il passo alla disperazione. Il cristiano è un uomo di speranza anche quando questa richiede la difficile scelta di affrontare l’istinto di Caino, il mistero di iniquità che fa alzare le mani contro il proprio fratello, quando ci sentiamo perduti nel buio della notte e dobbiamo cercare la luce quando c’è solo oscurità, dentro e fuori di noi. La speranza è l’unica scelta ragionevole, obbedendo all’invito evangelico per cui quando avverranno queste cose, quando vi saranno angoscia di popoli in ansia ecco, proprio allora vedremo “il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria” e l’invito di Gesù è “risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21,259)

Quali sono i momenti, i fatti di fronte ai quali si è sorpreso a riconoscere che 'a Dio tutto è possibile'?

Ogni Pasqua mi commuove vedere la luce riaccendersi e comunicarsi l’un l’altro, mistero di amore per cui il male non è più l’ultima parola e siamo liberati dall’ombra di morte che in maniera sinistra accompagna sempre la nostra vita. A Dio tutto è possibile: l’ho sperimentato nella pace in Mozambico, impossibile secondo il mondo tanto che sembrava inutile perdere tempo nel negoziato. Invece venne firmata proprio il 4 ottobre, giorno di San Francesco che con semplicità operava miracoli della vita che cambia, perché tutto è possibile a chi crede. Un granellino di senape basta. Purtroppo sappiamo così poco riconoscere i santi della porta accanto e anche i miracoli della porta accanto, cioè la vita che è cambiata, non per la nostra forza, ma per quell’amore che Dio ci ha affidato.

foto Massimo Paolone/AGF